Accesso ai Social Network sul posto di lavoro: come si comportano gli italiani?
Un recente studio sulle abitudini di utilizzo dei Social Network dal posto di lavoro, commissionato dalla Samsung, il People Inspired Security, ha mostrato il rapporto con i Social Network degli italiani durante le ore di lavoro. Dallo studio, condotto anche in altri 6 paesi europei, Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Belgio e Olanda, è emerso che 1 italiano su 3 non rispetta i vincoli di divieto d’accesso ai Social Netowork, un divieto esistente In Italia, in almeno il 40% delle aziende. I dati italiani sono in linea con quelli degli altri paesi europei, i più indisciplinati sono gli inglesi, i più ligi al dovere sono, indovinate un pò, i tedeschi.
Molte aziende, soprattuto per quanto riguarda la sicurezza delle proprie reti, limitano l’uso di internet ai propri dipendenti. In materia di Social Network, il divieto è stabilito anche per preservare la produttività aziendale. Pur conoscendo le norme, il 40% dei dipendenti in Italia aggira i divieti consultando i propri profili Social personali dal posto di lavoro. Oltre all’acceso dai pc aziendali, l’utilizzo di Social Network come Facebook, Twitter o Instagram è comune anche dai dispositivi con app mobile. Ecco la classifica dello studio, i dati per paesi, si riferiscono al periodo di osservazione da Maggio a Luglio 2014. Al primo posto gli inglesi con una percentuale del 41%, seguono Italia al 40%, Spagna 33%, Belgio e Olanda 32%, Germania 31%.
Lo studio ha mostrato dei dati discordanti soprattuto per quanto riguarda le dichiarazioni dei dipendenti soliti consultare i profili Social durante le ore di lavoro. Per il 51% degli intervistati, infatti, la possibilità di consultare dal posto di lavoro le reti social è un fattore di aumento della produzione, si ritiene infatti che una maggiore fiducia e una mancata limitazione dell’accesso ad alcuni siti web può produrre un effetto opposto al calo di attenzione. Naturalmente i datori di lavoro non sono sempre d’accordo con i propri dipendenti, il 45% dichiara di infatti di essere interessato a strumenti per monitorare il modo di lavoro dei propri dipendenti e ad implementare servizi di sicurezza per limitare l’accesso a determinate piattaforme web.